Raccomandazioni di Borsa: gradisce raccomandazioni di Borsa QUANTITATIVE o DISCREZIONALI ?

Raccomandazioni di Borsa: guida pratica per malpensanti

Quello delle raccomandazioni di Borsa è un tema piuttosto delicato e controverso. Innanzitutto pare opportuno dare una definizione appropriata di raccomandazioni di Borsa: trattasi, generalmente parlando, di consigli operativi, ossia di segnalazioni di acquisto o vendita su uno o più strumenti finanziari.
Ma verosimilmente anche questa definizione avrà bisogno di qualche spiegazione in più per risultare chiara a tanti lettori.

Investire denaro in Borsa oggi richiede molte più competenze di quante non ne richiedesse quindici o venti anni fa, perché i mercati finanziari sono diventati sempre più competitivi. Da un lato le tecnologie e i computer hanno semplificato una parte del lavoro, rendendo molto più rapide e precise le analisi degli enormi flussi di dati sui quali gli analisti decidono quali strategie adottare.

Ma dall’altro hanno generato nuovi problemi e nuove sfide. Le raccomandazioni di Borsa degli anni 2010 sono infatti spesso generate da sistemi informatici di analisi dei dati, finalizzati alla generazione di segnali automatici di acquisto o vendita. Quesa rivoluzione tecnologica è sì davvero sofisticata, specialmente agli occhi dei non addetti ai lavori, ma tende spesso a gettare più fumo negli occhi che non ad apportare vantaggi significativi. Ed è qui che è nato un nuovo, intenso, bisogno di competenze. Per approfondire cosa sono le raccomandazioni di borsa clicca qui raccomandazioni di Borsa

Raccomandazioni di Borsa: ci vogliono competenze per capirle e valutarle

Le competenze necessarie per valutare correttamente una raccomandazione di acquisto o vendita sono molte di più di quanto non si pensi, e spaziano su diversi campi: dalla matematica all’informatica, dall’economia alla psicologia e alla sociologia. E a monte di tutto si colloca la competenza più importante di tutte: lo spirito critico.
La prima cosa da chiedersi di fronte ad una raccomandazione di Borsa è quale possa essere il fattore che la motiva, che la genera. Non è infrequente infatti in questo ambito il conflitto di interessi. A volte il conflitto di interessi è un effetto collaterale della raccomandazione, ma altre volte ne è il vero motore. Vediamo dunque quali potrebbero essere le motivazioni sottostanti ad un consiglio per l’acquisto di uno strumento di investimento:

1) quello meno nobile di tutti: attirare compratori a cui rifilare le proprie quote in vista di una prossima caduta di prezzo;
2) un gradino sotto, ma sempre poco nobile: la vendita di un prodotto che deve essere venduto ai propri clienti per soddisfare un budget imposto dalla direzione;
3) ancora poco nobile: far movimentare denaro ai propri clienti per guadagnare sulle retrocessioni commissionali, a prescindere da come va a finire;
4) e sempre poco nobile: tentare di rivitalizzare il prezzo di uno strumento che si detiene in portafoglio, attirando nuove masse di compratori e facendone così salire il prezzo;
5) quello potenzialmente onesto: tentare di ricavare un utile per il servizio di raccomandazione, come per un qualsiasi altro lavoro di consulenza.
Il quinto tipo è quello che coinvolge anche la consulenza finanziaria cosiddetta indipendente: professionisti del settore, spesso trader in conto proprio, oppure analisti con alle spalle anni di impiego in ambienti istituzionali, che oltre ad operare in conto proprio forniscono raccomandazioni di Borsa a pagamento a chi desideri imitare la loro operatività.

Raccomandazioni di Borsa: affidatevi alla consulenza indipendente

Si tratta della parte potenzialmente onesta delle raccomandazioni di Borsa perché è quella effettuata la maggior parte delle volte da professionisti seri e preparati, svincolati da qualsiasi conflitto di interessi, onestamente rivolta all’offerta di un servizio per il quale possa valere la pena pagare un prezzo.
E qui si scatenano i malpensanti. La prima reazione spesso è quella di chiedersi cosa possa spingere un trader di successo ad aver bisogno di vendere segnali per vivere. In altre parole, si diffonde l’idea che se uno sa fare il proprio lavoro in questo settore di certo non condivide con chicchessia le proprie tecniche, men che meno per quattro soldi. Se lo fa è perché con le sue stesse raccomandazioni di Borsa non è in grado di campare.
La frase preferita è “chi sa, fa, chi non sa, insegna”. Come se insegnare fosse facile. La verità è che per saper insegnare bisogna aver capito ciò che si insegna, e per capire davvero le cose bisogna acquisire esperienza pratica. Nessuno può insegnarvi a fare trading senza aver mai fatto trading, e per potervi insegnare a fare del buon trading bisogna saper fare a propria volta del buon trading.

Raccomandazioni di Borsa: non si tratta del mercato nero dei segreti di Borsa

In effetti nessuno condivide nulla: la vendita di raccomandazioni di Borsa si traduce nell’invio di messaggi riportanti i consigli su cosa comprare e cosa vendere, non certo i motivi che portano a comprare o piuttosto vendere; quelli appartengono al bagaglio di segreti professionali del trader, e nessun trader li svenderà mai, questo è certo.
Il punto qui è un altro, e solo chi fa questo mestiere davvero, o almeno ci ha provato, lo può capire. Il problema è che anche la migiore strategia del mondo non produce una equity line che sale in linea retta, bensì secondo onde crescenti e decrescenti. Se l’equity line sale significa che le onde crescenti sono di ampiezza maggiore di quelle decrescenti.
Il problema di chi il trading lo fa di professione è che nelle fasi decrescenti ci si trova comunque a dover fare i conti con le bollette, la spesa alimentare, i costi legati ai figli, e via discorrendo. L’associazione al trading di altre attività, tra le quali ad esempio può figurare la vendita di raccomandazioni di Borsa, può quindi servire a generare flussi di reddito anche in momenti nei quali le proprie strategie non producono utili. E in tutto ciò non vi è assolutamente nulla di poco nobile, né di criticabile. E’ soltanto un modo di aumentare i profitti di un “prodotto” che comunque funziona.
Quindi in fin dei conti non sono le motivazioni del trader che vende raccomandazioni di Borsa ciò di cui ci si debba preoccupare, ma piuttosto di capire come valutare criticamente se quelle raccomandazioni possano essere in grado di offrirci un servizio utile o meno. E qui molti rinunciano. Criticare per partito preso è più facile che capire. Molto più facile.

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